Il bambino si accosta al mezzo
televisivo soprattutto per il principio “di piacere” che ne trae.
Il preadolescente ben presto vi
cerca invece le risposte alle molte domande che si pone sul mondo esteriore. Ma
anche in questo caso la TV sconvolge il processo normale di crescita, perché
fornisce continuamente risposte a domande che il ragazzo non riesce ancora a
formulare correttamente.
Queste risposte arrivano con il
consueto disordine e senza essere programmate dagli educatori.
La televisione
costringe l’educatore perciò a modificare il suo ruolo.
L’educatore non impone
i comportamenti ma li motiva e li discute, integrando i mezzi di comunicazione
nel sistema formativo, non ignorandoli.