domenica 31 maggio 2015

Gaber: "NON INSEGNATE AI BAMBINI"

NON INSEGNATE AI BAMBINI, ma coltivate voi stessi: il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'AMORE, il resto è niente!
GIRO GIRO TONDO CAMBIA IL MONDO.
GIRO GIRO TONDO CAMBIA IL MONDO.

venerdì 29 maggio 2015

Famiglia come “Comunità educante”.

La famiglia è una comunità: infatti è un gruppo di persone che vivono insieme condividendo spazi, esperienze e particolari rapporti d’affetto.
La famiglia si presenta innanzitutto come comunità educante, avente un ruolo fondamentale nella società, in quanto agisce come filtro, così da selezionare modelli di vita adatti ad ogni generazione, incidendo in modo rilevante sul processo di socializzazione e di acculturazione.
Essa deve far fronte ai numerosi mutamenti della società, così è sempre impegnata ad acquisire, rielaborare e trasmettere informazioni.
In questo processo i protagonisti principali sono i genitori, primi responsabili dell’educazione dei figli.

domenica 24 maggio 2015

Quali caratteristiche dovrebbero avere le famiglie per adattarsi in modo adeguato agli eventi-sfida che le si presentano?

La famiglia è come un centro in cui si ripercuotono tutti i problemi e i mali della società, molte famigli perciò in questo periodo sono in crisi, altre invece sono riuscite ad adattarsi e a fare del nucleo famigliare il loro punto di forza.
In questi casi la famiglia è vista come:
- entità unica nella storia del mondo e della storia umana.
- Comunità di dialogo.
- Comunità di servizio, nella quale ognuno svolge il suo ruolo per la crescita dell’altro.
- Comunità aperta agli altri, alla società.
- Comunità di continua formazione aperta a rapporti nuovi e stimolanti.
- Comunità educatrice ai grandi valori della libertà,della giustizia e dell’amore.


giovedì 21 maggio 2015

PADRE MADRE...

Cesare Cremonini ha scritto questa canzone quando aveva poco più di vent'anni.
È un messaggio diretto ai suoi genitori, in cui constata quanto sia più facile dire certe cose attraverso una canzone: “Ma se una canzone che stia al posto mio non c’è eccola qua”.
C’è un doppio significato in questa canzone:
- da un lato una dichiarazione d’amore nei confronti dei genitori, chiede al padre di continuare ad illuminarlo e alla madre di continuare a coccolarlo;
- dall'altro lato evidenzia la necessità di separarsi da loro, con una frase molto incisiva: “Se son stato così lontano è stato solo per salvarmi”.

In tutti noi giocano queste due dinamiche.
Fondamentale  risulta creare un equilibrio tra esse, così da vivere una relazione sana e autentica con le proprie figure genitoriali.

giovedì 14 maggio 2015

Cosa intendiamo parlando di psicoterapia famigliare?

Come già detto in precedenza, nel corso della loro esistenza, le famiglie possono attraversare
momenti difficili, che mettono duramente alla prova la loro stabilità e la loro coesione interna.
Dato che la famiglia è composta da singoli individui in relazione tra loro, l’intervento specialistico di uno psicologo o psichiatra mirato solamente ad un membro del sistema potrebbe rivelarsi inefficiente.
La psicoterapia familiare prevede quindi incontri tra uno o più psicoterapeuti e l’intera famiglia: attraverso una serie di tecniche specifiche, si aiuta l’intero nucleo famigliare a rileggere la propria storia evolutiva e a evidenziare i nodi problematici, nel tentativo di superarli.
La psicologia che si occupa delle famiglie si basa su alcune tesi fondamentali:
·   La famiglia è un sistema interattivo.
·   Ogni comportamento individuale viene letto ed interpretato in base agli effetti che esso ha tra i componenti del nucleo famigliare
·   Il sintomo non va visto soltanto come manifestazione di un disagio individuale, ma va interpretato in quanto espressione di un’organizzazione disfunzionale, ovvero del “sistema famiglia” nella sua complessità e totalità.


Ad esempio: nelle famiglie con bambini che manifestano un disagio psicologico, i genitori, che a loro volta presentano disturbi mentali, possono essere considerati la causa scatenante o la concausa delle patologie manifestate dai figli, non si tratta perciò di una casualità genetica.
In altri casi può avvenire il contrario, ovvero che le difficoltà del bambino possono indurre negli altri membri della famiglia comportamenti disturbati, dando luogo a nuovi e complessi disequilibri famigliari.

domenica 10 maggio 2015

L'ANFORA IMPERFETTA

Spesso come educatori lavoriamo con soggetti che hanno una storia di vita molto particolare.
Alcuni di essi sono minori abbandonati che non hanno mai avuto una base affettiva, o minori stranieri non accompagnati, e ragazzi/adulti con disabilità, o anziani senza una famiglia, senza qualcuno che li assista negli ultimi anni della loro vita.
Risulta fondamentale a contatto con tali persone non soffermarsi sull'involucro esterno, dovremo cercare di vedere oltre, ovvero quelle che sono le ferite e aiutarli a lavorare su queste.
Una buona progettualità permette di non arrendersi di fronte a debolezze/ferite degli educandi, ma a partire da quelle per far nascere qualcosa di assolutamente meraviglioso.

Ricordandosi che le difficoltà non mancheranno, ma con pazienza e ottimismo qualche buon germoglio crescerà!

martedì 5 maggio 2015

Come reagiscono generalmente le famiglie agli eventi sfida precedentemente elencati?

                         Gli eventi-sfida non sempre trovano famiglie attrezzate con le risorse necessarie.
La famiglia in genere reagisce e affronta questo squilibrio con meccanismi di adattamento di varia natura : 
di solito per prima cosa verifica le capacità interne del nucleo e nel caso in cui esso non sia
in grado di agire da solo richiede aiuto all'esterno.
In questi ultimi anni è crescente il numero di famiglie che non riesce più a riorganizzare il proprio
funzionamento in modo positivo, se il processo di auto-organizzazione fallisce, si passa alla
esplorazione dell’ambiente esterno, che avviene in genere per cerchi concentrici:
- si contatta in primo luogo il sistema parentale allargato.
- Poi si verificano le reti amicali primarie.
 (Amici,colleghi o altri nuclei famigliari che condividono gli stessi problemi).
- Si verificano le disponibilità/opportunità dei servizi pubblici- socio-assistenziali.
Quando un operatore si confronta con una famiglia in difficoltà: fa una diagnosi per capire cosa non
sta funzionando, ma anche cosa funziona (presta attenzione ai messaggi, ai linguaggi e alle
narrazioni, rispettando l’identità della famiglia nella sua diversità e unicità) realizza poi interventi
focalizzati sui disagi, questi dovrebbero portare alla guarigione, grazie anche a tecniche come:
l’attenzione, l’ascolto e la cura dei bisogni fisici primari.