Gli eventi-sfida non sempre trovano famiglie attrezzate con le risorse
necessarie.
La famiglia in genere reagisce e affronta questo squilibrio con
meccanismi di adattamento di varia natura :
di solito per prima cosa verifica le capacità interne del
nucleo e nel caso in cui esso non sia
in grado di agire da solo richiede aiuto all'esterno.
In questi ultimi anni è crescente il numero di famiglie che non riesce
più a riorganizzare il proprio
funzionamento in modo positivo, se il processo di auto-organizzazione
fallisce, si passa alla
esplorazione dell’ambiente esterno, che avviene in genere per cerchi
concentrici:
- si contatta in primo luogo il sistema parentale allargato.
- Poi si verificano le reti amicali primarie.
(Amici,colleghi o altri nuclei
famigliari che condividono gli stessi problemi).
- Si verificano le disponibilità/opportunità dei servizi pubblici-
socio-assistenziali.
Quando un operatore si confronta con una famiglia in difficoltà: fa
una diagnosi per capire cosa non
sta funzionando, ma anche cosa funziona (presta attenzione ai
messaggi, ai linguaggi e alle
narrazioni, rispettando l’identità della famiglia nella sua diversità
e unicità) realizza poi interventi
focalizzati sui disagi, questi dovrebbero portare alla guarigione,
grazie anche a tecniche come:
l’attenzione, l’ascolto e la cura dei bisogni fisici primari.
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